Dipartimento di Scienze Aziendali e Giuridiche - Tesi di Dottorato
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Questa collezione raccoglie le Tesi di Dottorato afferenti al Dipartimento di Scienze Aziendali e Giuridiche dell'Università della Calabria.
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Item La diagnosi precoce della crisi nelle giovani imprese(Università della Calabria, 2021-05-25) Miracco, Rosetta Pasqualina; Rubino, Franco ErnestoLe nuove imprese contribuiscono alla crescita economica e dell’occupazione sia nei Paesi sviluppati che in quelli in via di sviluppo; per questa ragione, ed anche alla luce dei numerosi fallimenti di mercato che ne determinano la cessazione già nei primi anni di attività o che ne limitano la crescita, gli interventi pubblici a sostegno dell’imprenditorialità innovativa sono diffusi in molti Paesi. L’uscita dal mercato delle giovani imprese è solo l’atto conclusivo di un processo che si manifesta nel corso del tempo attraverso una serie di “sintomi” e comporta perdita di reddito, perdita di posti di lavoro e sradicamento delle famiglie; essa ha anche un impatto significativo sulla disponibilità di nuovi capitali di rischio e, quindi, sul processo di creazione di altre nuove imprese. Con il presente lavoro si vuole fornire un contributo alla formulazione di modelli utili alla diagnosi precoce della crisi delle giovani imprese italiane, valutando l’impatto sulla sopravvivenza e la predittività di indicatori economico-finanziari riferibili a diverse dimensioni della performance e di variabili qualitative che tengono conto dell’eventuale appartenenza della giovane impresa ad un gruppo di imprese e del suo valore tecnologico, attraverso uno studio empirico condotto con le applicazioni statistiche della survival analisys e della regressione logistica.Item La compliance in tema di sistema di controllo interno e gestione dei rischi : effetti sulle performance operative e determinanti(Università della Calabria, 2021-08-06) Tassone, Tonia; Rubino, Franco ErnestoNel corso degli ultimi decenni l’importanza del sistema di controllo interno e gestione dei rischi, quale strumento di governo aziendale per il raggiungimento efficacie ed efficiente degli obiettivi aziendali, è stata ampiamente riconosciuta da accademici e practitioner di tutto il mondo. Con il presente lavoro si è inteso rispondere alla call lanciata dalla comunità scientifica relativa all’esigenza di nuove analisi e contributi empirici sugli effetti dell’applicazione del sistema di controllo interno e gestione dei rischi sull’attività d’impresa nel contesto europeo. In particolare, l’obiettivo vuole essere duplice: i) comprendere se una maggiore qualità della compliance alle raccomandazioni fornite dal Codice di Autodisciplina, in tema di controlli interni e gestione dei rischi, migliora le performance operative delle società quotate italiane; ii) comprendere quali sono i principali fattori interni che inducono le società quotate italiane a migliorare la qualità della compliance alle predette raccomandazioni. Lo studio fa riferimento al contesto italiano, poiché ancora poco esplorato e ben rappresentativo di quello europeo, e analizza un campione di 111 società quotate appartenenti a 9 differenti settori industriali. Al fine di valutare impatto e determinanti della qualità della compliance, si è proceduto con la costruzione di un apposito score (l’Internal Control System Compliance Score- ICSCS), sottoposto ad opportuni test di affidabilità e validità. I risultati indicano un effetto positivo e statisticamente significativo della compliance or explanation alle raccomandazioni inerenti al sistema di controllo interno e gestione dei rischi sulle performance operative, confermando quanto tendenzialmente sostenuto dalla letteratura d’oltreoceano. Inoltre, emerge che i fattori interni all’azienda che influenzano maggiormente la qualità della compliance or explanation risultano essere relativi alla composizione del CdA, piuttosto che alla sua dimensione o al suo funzionamento.Item Criteri di ripartizione delle risorse al sistema universitario statale italiano : analisi empirica e riflessi su un caso studio(Università della Calabria, 2021-09-02) Mazzitelli, Diego; Rubino, Franco Ernesto; Veltri, StefaniaLa modalità di approccio alla gestione delle amministrazioni pubbliche negli ultimi vent’anni è cambiata radicalmente sia a livello internazionale che nazionale. Università e Ricerca sono contesti nei quali la valutazione è entrata prepotentemente come strumento politico e di gestione, rivolto al perseguimento di efficacia ed efficienza della performance, dell’organizzazione amministrativo-contabile. L’inizio del cambiamento e l'introduzione di processi di valutazione nelle università italiane coincidono con una evoluzione normativa che si è susseguita nel tempo. Negli ultimi anni, una crescente competizione tra istituzioni universitarie oltre alla stretta economica con tagli alla spesa, hanno impattato sulle metodologie strategico - gestionali delle singole università in relazione ai rispetti PMS1. Nel tempo, per la valutazione delle performance delle amministrazioni pubbliche e nel caso specifico delle istituzioni universitarie, si è resa necessaria l'esigenza di avere sistemi unici di valutazioni. Al fine di poter rendere confrontabili le diverse organizzazioni sul piano qualitativo ed economico e poter determinare un'assegnazione equa delle risorse sulla base dei risultati raggiunti. Il nostro lavoro, attraverso un quadro generale sull'evoluzione normativa dei sistemi di finanziamento e delle performance delle Università, consente di analizzare i processi che hanno segnato il profondo cambiamento del sistema universitario italiano caratterizzato anche da una maggiore autonomia degli atenei rispetto al Governo centrale. L'obiettivo della nostra ricerca è quello di analizzare e verificare che gli attuali criteri di attribuzione delle risorse agli atenei in Italia non favoriscono una redistribuzione equa ed efficace delle stesse. Inoltre si evidenzia che tra i parametri più influenti nella redistribuzione delle risorse sembra esserci la contribuzione studentesca, pertanto, ad elevati livelli di tassazione corrispondono maggiori finanziamenti sia in termini di Punti Organico (PO) che di Fondo per il Finanziamento Ordinario (FFO). Infatti, l’attuale sistema di ripartizione delle risorse costituisce un vantaggio per le università del nord rispetto a quelle del sud in quanto al centro-sud i redditi delle famiglie sono più bassi e la tassazione è già al limite massimo; il FFO dovrebbe compensare questa mancanza di risorse ma gli attuali criteri di attribuzione delle risorse non lo consentono. Il presente lavoro di tesi è articolato in sette capitoli. Nel primo capitolo viene delineato un quadro generale della normativa che disciplina il funzionamento delle università italiane con un particolare approfondimento sulla Riforma Gelmini del 2010, cardine nel processo di cambiamento del sistema universitario nazionale. Nel secondo capitolo è approfondito l’argomento dell’autonomia finanziaria e della gestione contabile delle università con una trattazione degli interventi modificativi e integratici delle riforme; in particolare, vengono analizzate le fonti di finanziamento, principalmente il Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO) e i Punti Organico (PO), e il passaggio dalla contabilità finanziaria a quella economico-patrimoniale. Nel terzo capitolo viene analizzata la composizione del personale docente universitario e, in particolare, i nuovi meccanismi di reclutamento. Il quarto capitolo viene dedicato all’analisi di regressione multipla e ai test statistici per la valutazione della significatività dei risultati ottenuti. Nel quinto capitolo, invece, sono stati ampiamente descritti gli argomenti riguardante i dati panel e i modelli maggiormente utilizzati, che saranno oggetto di utilizzo per l’analisi econometrica. Il metodo panel infatti, prevalente nella letteratura della crescita, consente la stima e la formulazione di modelli interpretativi qualitativamente ottimali dei fenomeni oggetto di analisi. Nel sesto capitolo, abbiamo sviluppato l’analisi empirica grazie all’utilizzo di un dataset avente caratteristiche panel con oggetto un campione di atenei italiani. Per questo, i dati, relativi alle variabili esplicative individuate nel modello teorico, sono disponibili interamente. Infatti, abbiamo voluto approfondire l’effetto, sia sul Fondo di Finanziamento Ordinario e sia sui Punti Organico, degli indicatori che valutano i livelli di efficacia, efficienza ed economicità degli atenei e la qualità della ricerca accademica. L’ipotesi fatta sulla base degli studi esplorativi eseguiti conferma che miglioramento di tali indicatori corrisponde un incremento dell’allocazione delle risorse del Fondo di Finanziamento Ordinario e dei Punti Organico. In primis andremo a valutare il modello lineare statico con annessi dati panel; In seguito verificheremo il modello ad effetti fissi e il modello ad effetti random; Per finire, attraverso l’utilizzo del test di Hausman andremo a verificare quale dei due stimatori (FE e RE) sia realmente il più adeguato. Per la generazione dei risultati finali, per la sua potenza di calcolo, è stato impiegato il software Stata. Infine, nel settimo ed ultimo capitolo ci focalizzeremo sull’Università della Calabria descrivendo il suo passaggio dalla contabilità finanziaria a quella economico patrimoniale e sulle problematiche legate all’allocazione delle risorse pubbliche per il funzionamento ordinario degli atenei, le quali coinvolgono principalmente le università del Mezzogiorno.Item La rivoluzione digitale nei servizi finanziari : evidenze empiriche sul mercato italiano(Università della Calabria, 2021-08-05) Tropea, Fiorella Francesca; Piluso, Fabio; Rubino, Franco ErnestoIl progresso dell'Information Technology (IT) ha assicurato un grande successo nella maggior parte dei settori. Laddove gli studiosi concordano sul fatto che le tecnologie self-service e i canali di servizi online forniscono vantaggi significativi sia alle aziende che ai clienti, il settore finanziario è sempre stato considerato conservatore piuttosto che progressista nell'utilizzo e nella fornitura di questi nuovi servizi. Tuttavia, le esigenze e le normative in rapida evoluzione dei clienti stanno spingendo le istituzioni finanziarie verso l'innovazione utilizzando tecnologie self-service online e servizi di robo-advisor. Nell'industria e nel mondo accademico, tali soluzioni vengono chiamate FinTech e attirano l'attenzione di molti investitori. Nel mercato finanziario italiano, questa tecnologia, sebbene presente, non ha ancora mostrato una crescita esponenziale. Tuttavia, molte società finanziarie stanno cercando di vitalizzare i servizi di machine-learning a causa del basso costo operativo e della recente regolamentazione da parte del governo. Pertanto, in questo contesto di mercato, è importante identificare e utilizzare i fattori che influenzano l'accettazione dei robo-advisor da parte degli investitori. Attualmente, una delle sfide più critiche per l'e-government e l'e-banking è la precisione e corretta realizzazione dei fattori che hanno un impatto significativo sul comportamento del cliente. Senza un'adeguata conoscenza di questi fattori, sarebbe impossibile prevedere il livello di accoglienza verso nuovi servizi, acquisire un vantaggio competitivo e coordinare i programmi di marketing con le nuove esigenze degli investitori. Dall'altra parte, nel mondo competitivo di oggi, le banche sono sempre più obbligate a implementare nuovi servizi per fidelizzare i clienti attuali e attirarne di nuovi. Per tali motivi, lo studio qui esplicato è stato condotto con l'obiettivo di identificare i fattori influenti che hanno un impatto sullo sviluppo delle intenzioni d'uso degli utenti. Il modello di ricerca teorico è stato progettato sulla base del modello di accettazione della tecnologia (TAM), nonché della teoria dell'adozione della tecnologia, della teoria della diffusione della tecnologia e della teoria del comportamento pianificato. L'analisi dei dati nei domini della statistica descrittiva e inferenziale (equazioni strutturali) è stata eseguita utilizzando il software Rstudio e SAS. La trattazione è stata così strutturata: identificazione dei più significativi sviluppi strutturali all'interno del settore bancario tradizionale italiano, introduzione e analisi di quattro studi scientifici diversi ma interconnessi. Attraverso differenti approcci metodologici si è voluto contribuire ad identificare potenziali azioni strategiche che facilitano e responsabilizzano gli esperti politici, nonché manager e dipendenti delle istituzioni finanziarie ad attuare misure essenziali, efficaci ed efficienti affinché il tradizionale sistema bancario italiano possa continuare a mantenere un ruolo predominante nonostante la presenza di tecnologie dirompenti.Item Banking development and corporate financial policies : the game-changing role of FinTech and globalization(Università della Calabria, 2021-08-04) Fasano, Franco; Rubino, Franco Ernesto; La Rocca, MaurizioBanks are the engine of firm growth and the extant literature suggests that the local banking development, in terms of geographical concentration of bank branches and proximity to the customers, matters to corporate financial policies, especially for SMEs. However, new financial technology and globalization of financial markets could threaten the relevance of local bank branches. The present thesis studies two new issues in this field of research and investigates whether FinTech and the international integration of financial markets shape the effect of local banking institutions on firm value creation processes. Results reveal that banking integration and banking digitalization mitigate the role of local banking development. However, the bank-entrepreneur relationship is still important and fosters the provision of bank credit, which represents the fuel that feeds the firm growth.Item The relationship between independent minority directors and related party transaction disclosure(Università della Calabria, 2021-09-02) Cappellieri, Francesca; Rubino, Franco Ernesto; Pastore, Patrizia; Ricciardi, AntonioThe thesis investigates the role minority shareholders' representation plays on detrimental and abusive Related party transactions (RPT) in Italy. The purpose is to analyse the impact that the slate-vote system can exercise on the fairness of the RPT procedure and the transparency of its disclosure. The role of RPT is central in the literature debate, also considering conceptual difficulties in defining and measuring its consequences. Mainly, academic research has been interested in the potential economic and social impacts of these peculiar transactions. There are conflicting views on whether RPTs are beneficial or detrimental to stakeholders. A review of the existing academic literature will be proposed (Chapter 1) to analyse the prevalent approaches that fuel academic debate: some studies give priority to risks over the benefits arising from the transaction (conflict of interest hypothesis); others emphasize the natural ability of RPT to compress monitoring costs (efficient transaction hypothesis); a more recent part of literature overcomes this dichotomy, offering a new perspective of RPT under contingency theory. Chapter 2 will show the most common legal techniques usable to tackle the risks of self-dealing RPT. Disclosure requirements and the procedures for approval by the board and/or shareholders, external independent advice, and ex-post standard-based tools are described in detail. In Italian institutional setting characterized by high concentrated ownership entities, independent directors do not have the actual effectiveness in fostering corporate transparency since they lack the mandate, the incentives, and the ability to be an efficient monitoring mechanism. In this context - in any setting that shares the same features and critical issue - the presence of objective, disinterested outsiders' members on boards of directors can represent an effective corporate governance solution to reduce the risk of opportunistic behaviours, overcoming the limits traced to the appointment of independent directors and disclosure requirements. The abandonment of the single-winner model – according to which the shareholder who holds most of the voting rights has the power to elect the entire board –in favour of a new multiple winner election systems (also known as 'slate-vote-system') – in which the appointment of the members of the board is also an expression of the will of the minorities – may therefore represent an effective mechanism to alleviate the principal-principal conflict and risk of majority shareholders can expropriate value to the detriment of minority ones (endemic issue of Italian setting). The appointment of at least one director by non-controlling shareholders reinforces the board independence from the corporate controllers (the management or the block- holder in case of high-ownership concentration) and ensure that at least some of the relevant resolutions of the company are adopted with the involvement of the minorities. The analysis will illustrate in Chapter 3 the Italian Regulation to steam the risk of detrimental RPT. In particular, procedures of fairness as rules to be followed in the decision-making process of the competent bodies (substantive Regulation) and transparency obligations, i.e., disclosure obligations that the company must fulfil periodically or immediately, to convey all necessary information to the market (transparency regulation) will be shown in detail. In the last part of the thesis, content analysis is conducted on RPT information documents to infer the influence that minority shareholders' representativeness could exercise on the immediate disclosure on the highly material transaction (Chapter 4). It evaluates the relationship with the ability of RPT communication to convey valuable information for all stakeholders, limiting self-serving managerial disclosure. The contribution restricts analysis to narrative disclosures 160 information documents on material RPTs approved by non-financial Italian listed companies to capture the influence of minority directors on impression management of RPT corporate disclosure. From the methodological point of view, besides the general descriptive aspects and statistics that allow the observation of the phenomena, qualitative and quantitative tools will be cross-sectionally and sometimes jointly used in carrying out the research objectives. The findings of this thesis contribute to the advancement of knowledge on the role of minority directors: this could be the basis for future suggestions related to the legislative framework and future insight for academics and practitioners.Item CSR e performance delle imprese energetiche italiane(2017) Aura, Caterina; Rubino, Franco ErnestoIl presente elaborato mira a focalizzarsi sullo studio della Responsabilità Sociale dell’Impresa, spesso abbreviata con l’acronimo "CSR" (Corporate Social Responsibility), che nella sua accezione più ampia vuole integrare istanze sociali e ambientali nella più generale gestione aziendale. L’interesse per questo argomento è cresciuto e si sta ampliando sempre più per il fatto che, comportarsi in maniera socialmente responsabile, almeno per le grandi aziende, dal 2017 diventerà obbligatorio. L’UE introdurrà inoltre meccanismi premianti per quelle aziende che, pur non essendo direttamente interessate, accoglieranno volontariamente la sfida Nello specifico del lavoro la Rsi quindi viene dapprima valutata e intesa come leva strategica del management aziendale e successivamente, viene analizzata la rilevanza e l’impatto economico che tale impostazione può esercitare sull’azienda. In particolare il lavoro si sviluppa su 3 capitoli. Nel primo capitolo vengono descritte le origini della CSR, il quadro di riferimento storico, le critiche, i punti di contatto con la teoria degli stakeholder, per poi passare alla definizione del concetto di "rendicontazione sociale". Nei contenuti del secondo e terzo capitolo sono discussi gli approcci e gli strumenti alla Rsi; viene costruito e descritto un modello di business case su un campione di aziende Italiane quotate del settore dell’energia elettrica, per valutare l’influenza della Rsi sulle performance d’impresa. Tale modello viene poi, analizzato per vedere se sia possibile o meno allargarlo per lo studio di tutte le imprese che operano in quel settore, ovvero se sia possibile arrivare ad un modello interpretativo generale che valga al di là del singolo caso. Se si leggono i precedenti lavori sull’argomento, ci si rende conto che, sono stati fatti molti tentativi di studio sulla relazione tra "CSR e performance d'impresa", con riferimento a situazioni di contesto per singole imprese, ma sono pochi i casi di in cui si è cercato di costruire un modello che avesse una valenza generale per tutto il settore delle imprese esaminate. Infine vengono illustrati e descritti, l’analisi del modello, i relativi risultati e la verifica delle ipotesi fino ad arrivare alle conclusioni, contenute nel quarto ed ultimo capitolo, corredato da riflessioni e critiche, illustrandone i possibili sviluppi futuri. La scelta di studiare ed approfondire questa tematica è dettata dal fatto che, oggi l’attenzione alla CSR è talmente diffusa che, conformarsi ad essa, è diventata per le imprese praticamente una necessità, se esse vogliono fornire un’immagine positiva della loro attività agli occhi dei 5 consumatori, degli investitori e, più in generale, dell'ambiente in cui l’azienda produce e vende: solo così si possono raggiungere migliori livelli di performance. I contributi offerti da E. R. Freeman (Stakeholder Theory), A. B. Carroll (Piramide di Carroll) e M. Porter (La catena del valore sociale), hanno determinato il passaggio decisivo verso una sistematizzazione del concetto di CSR, superando i paradigmi del pensiero liberale di Adam Smith e della Shareholder Theory di Friedman.(Troise F., 2013). La massimizzazione del profitto quindi non rappresenta più per l’azienda l’unico scopo o fine indiscusso come sostenuto nel tempi dalle teorie neoclassiche. Si viene profilando allora nel sistema economico e sociale un nuovo modo di fare e dare vita all’impresa; un modo in cui la necessità di integrare le questioni etiche, sociali ed ambientali all’interno della strategia aziendale rappresenta l’aspetto chiave oltre che della moderna economia, anche del resto del mondo.Item Cognitive and behavioral reactions of consumers to human density: the moderating role of social factors(2019) Cardamone, Ernesto; Miceli, GaetanoHuman density is a crucial factor in several market contexts and in the last forty years marketing researchers have investigated its effects on various consumer reactions, such as satisfaction and choices. However, consumer behavior researchers disagree upon whether human density affects negatively or positively consumer reactions. At the current state-of-art, the roles of social factors (the relationship with the other customers in the crowd) received little attention. Previous research indeed ignored, in most of the cases, the multifaceted nature of the crowding phenomenon. Across three essays, I investigated the moderating role of social factors in the relationships between human density and cognitive and behavioral ractions, such as willingness to stay and vice-virtue choices (essay 1), repurchase behavior (essay 2), and calories intake (essay 3). This research contributes to the crowding literature by demonstrating that it is necessary to consider social factors in the analysis of the effects of human density. In all the proposed studies, the emerged pattern suggests that the composition of the crowd, considering social group identity or similarity, leads to different effects of human density on consumer reactions.La densità umana è un fattore cruciale in numerosi contesti di mercato e negli ultimi quaranta anni numerosi ricercatori di marketing hanno investigato i suoi effetti su varie reazioni dei consumatori, quali soddisfazioni e scelte. Tuttavia, i ricercatori di consumer behavior non concordano se la densità umana influenzi negativamente o positivamente le reazioni dei consumatori. Allo stato dell’arte attuale, il ruolo dei fattori sociali (la relazione con gli altri consumatori nella folla) ha ricevuto scarsa attenzione. La ricerca precedente infatti ha ignorato, in molti casi, la natura multiforme del fenomeno affollamento. Attraverso tre essay, ho analizzato il ruolo di moderazione dei fattori sociali nella relazione tra densità umana e reazioni cognitive e comportamentali, come la willingness to stay e le scelte tra prodotti vice-virtue (essay 1), i comportamenti di riacquisto (essay 2), e il consumo calorico (essay 3). Questa ricerca contribuisce alla letteratura sull’affollamento dimostrando che è necessario consideratore i fattori sociali nell’analisi degli effetti della densità umana. In tutti gli studi proposti, emerge un pattern indicante che la composizione della folla, considerando i gruppi sociali di appartenenza o la similarità con gli altri, porta a effetti differenti della densità umana sulle reazioni dei consumatori.Item Corporate governance e gender diversity in Italia(2018) Aura, Francesca; Rubino, Franco ErnestoItem Internal and external determinants of corporate failure(2018) Arcuri, Giuseppe; Costanzo, Giuseppina DamianaStarting from a series of financial ratios analysis, I build up two indices which take into account both the firm’s debt level and its sustainability. The construction of a Composite Indebtedness index, based on an original use of Robust Principal Component Analysis for skewed data, allows to classify firms according to their indebtedness degree and nature. This is a first tool to evaluate firms’ financial health. Secondly, a model aimed at investigating if and to what extent the proposed indices are able to correctly predict firms’ financial bankruptcy probabilities is proposed. The econometric results are compared with those of the popular Altman Z-score for different lengths of the reference period. The empirical evidence would suggest a good performance of the proposed Composite Indebtedness index which, therefore, could also be used as an early warning signal of bankruptcy.This chapter investigates the role of local context, with regard to the effect of local financial development and banking concentration, on a new firm’s probability of bankruptcy. The empirical setting is based on the Logit Multilevel Model that better allows the treatment of data referring to different levels of aggregation (firm and local variables) applied to new firms located in Italian provinces. I find that a higher level of financial development in a province decreases the likelihood of a new firm’s bankruptcy. This result is robust considering a 2SLS regression in which I use instruments for the local financial development and for the concentration of bank branches. In addition, the estimations suggest that the effect of local financial development and bank concentration is shaped by size. Local financial development is particularly significant for small start-ups, which traditionally suffer from great difficulty in accessing credit, whereas local banking concentration reduces the probability of bankruptcy for large, new firms.The purpose of this research is to study the role of spatial agglomeration economies as drivers of firm’s exit in France over the period 2009-2013 with a focus on two regional variables: local financial development and local specialisation. I apply spatial econometric techniques (Spatial Dynamic Panel data and Spatial GMM) to consider the spatial dependence in firm’s exit. I show that the firm’s exit is characterized by positive spatial autocorrelation, so that locations with high exit rates tend to be surrounded by similar ones. In addition, the results suggest that a higher local financial development reduces the exit rate of a department whereas local specialisation seems not to exert any effect.