Tesi di Dottorato

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    Impatto ambientale, energie rinnovabili e politiche di supporto nei paesi europei
    (2019) Abbruzzese, Matteo; Infante, Davide; Algieri, Bernardina
    La presente tesi di dottorato, articolata in tre capitoli autonomi, si pone come obiettivo primario lo studio, teorico ed empirico, della relazione intercorrente tra crescita economica, l’inquinamento ambientale e la diffusione delle fonti energetiche rinnovabili nei paesi europei. L’elemento centrale del lavoro è rappresentato dal fenomeno della diffusione delle fonti energetiche rinnovabili. L’evoluzione di queste nuove tecnologie energetiche sta, infatti, generando diversi effetti in grado di sconvolgere i paradigmi energetici preesistenti dominati dai combustibili fossili. Gli esempi sono molteplici: la decentralizzazione dei sistemi di produzione, la convergenza dal basso nei sistemi di incentivazione, il coinvolgimento delle risorse locali, la crescita e la diversificazione negli investimenti e, soprattutto, la capacità di ridurre le emissioni inquinanti. Nella letteratura, nonostante sia largamente riconosciuta la valenza ecologica di tali fonti energetiche, gli studi che analizzano gli effetti della loro diffusione sono contraddistinti da alcune criticità legate, soprattutto, all’evoluzione del progresso tecnologico nel campo delle fonti energetiche rinnovabili e all’individuazione degli schemi di supporto ottimali. I capitoli che compongono il lavoro affrontano tre aspetti distinti ed altamente correlati. Il primo capitolo, analizzando un panel di trenta paesi europei per gli anni 1995-2015, si propone di riesaminare la relazione intercorrente tra le emissioni di gas serra, il GDP pro capite e i consumi finali di fonti energetiche rinnovabili per quattro differenti indicatori dell’inquinamento atmosferico: il Kyoto basket (GHG), il biossido di carbonio (CO2), il biossido di metano (CH4) e il protossido di azoto (N2O). Il quadro teorico di base è rappresentato dall’Environmental Kuznets Curve (EKC) e l’obiettivo primario consiste nel differenziare l’effetto ambientale del reddito, ampiamente studiato in letteratura, da quello associato ai consumi energetici rinnovabili (il dampening effect). Nel secondo capitolo, analizzando i ventotto paesi dell’Unione Europea per il periodo 1995-2015, l’obiettivo è di indagare l’effetto ambientale disaggregato della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili (RES-E) per le emissioni di gas serra (GHG), ossidi di azoto (NOx), ossidi di zolfo (SOx) e particolati sospesi (PM 2.5). In tal caso, l’obiettivo è di individuare quale sub-categoria di rinnovabili elettriche (Non-combustible renewables o Combustible renewables) abbia una maggiore produttività ambientale. La scomposizione energetica esaminata, sulla base dei dati contenuti nei Bilanci Energetici Nazionali, procede, infatti, in due differenti direzioni: da un lato, si analizza separatamente l’effetto ambientale associato alle due principali categorie di tecnologie energetiche (rinnovabili e fossili), dall’altro, si distingue tra Non-combustible renewables (idroelettrico, eolico, solare e geotermico) e Combustible renewables (biomassa), una disaggregazione scarsamente analizzata nella letteratura. Il terzo capitolo è incentrato sulla valutazione delle principali politiche energetiche di incentivazione delle rinnovabili elettriche. Sulla base di un panel di dati relativo a ventotto paesi dell’Unione Europea e agli anni 1995-2015, viene indagata l’eterogeneità cross-country che caratterizza gli strumenti di supporto alle RES-E non idroelettriche (solare, eolico, geotermico e biomassa) nei paesi europei. Per mezzo di variabili dicotomiche opportunamente costruite, si è analizzata l'efficacia relativa degli incentivi a prezzo fisso (FIT), a premio (FIP) e obbligazionari (RPS) nel promuovere lo sviluppo della capacità (Cap-non idro) e della produzione (Gen-non idro) di energia elettrica da rinnovabili non idroelettriche. I risultati della ricerca permettono di individuare le variabili strategiche su cui far leva per contribuire a realizzare un modello di sviluppo ecologicamente ed economicamente sostenibile. Le tecnologie di sfruttamento delle fonti rinnovabili costituiscono un’opportunità di sviluppo per intere aree geografiche e per interi comparti industriali oggi in forte crisi di competitività, anche a causa di produzioni fortemente inquinanti.
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    Progettazione integrata mediante metodologie CAx di dispositivi per lo sfruttamento di energia da fonti rinnovabili
    (2016-12-16) Perrone, Andrea; Pagnotta, Leonardo; De Napoli, Luigi
    Lo studio di una turbina eolica è un perfetto esempio di progetto in cui è richiesto un team di progettazione interdisciplinare, infatti per un tale progetto sono necessari progettisti meccanici, strutturali e CFD. Inoltre, negli ultimi anni, il Multi Domain Design è stato sostenuto dal continuo sviluppo di software per la computer-aided design: l'obiettivo finale è quello di proporre gli strumenti che assistono il progettista in tutte le fasi del progetto. Il Multi Domain design, illustrato in questo elaborato, è basato su come progettare dispositivi che permettono lo sfruttamento delle energie rinnovabili in cui c'è lo spostamento di fluido, e non si tratta né di gestione dei processi e né della producibilità. In particolare, sarà posta enfasi sull'integrazione tra CAD e software matematico di tipo generale e sull'integrazione CAD-CAE.
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    Energia politica : formula tecnologica idrogeno : vecchie e nuove visioni di cambiamento energetico
    (2008) Cilio, Debora; Pieroni, Osvaldo
    Il presente lavoro si riferisce a considerazioni in merito al problema dell’approvvigionamento energetico ed alla gestione potenzialmente diffusa di nuove tecnologie energetiche (in particolare le fonti energetiche rinnovabili) applicate anche per la produzione di idrogeno come vettore energetico. Lo studio, che ha riguardato in particolare lo stadio sviluppo di tali tecnologie, pone particolare accento sull’importanza del piano della comunicazione della tecnologia come input per un allargamento all’inclusione ed alla partecipazione di più soggetti al processo di cambiamento all’interno di tre progetti adottati come casi di studio: il progetto ECTOS (Ecological City TranspOrt System) nella città di Reykjavik in Islanda, il progetto H2pia nella città di Herning in Danimarca ed il progetto PEAC.net a Soveria Mannelli (CZ) in Italia. L’ipotesi che ha guidato la ricerca, in linea con la visione di un processo circolare dell’innovazione, per cui l’innovazione non è strettamente legata al vettore tecnologico ma sono i processi sociali che se ne appropriano, è che i processi di partecipazione attorno ad un’innovazione tecnologica non si attivano se non sono sostenuti da innovazione sociale, che consenta di sfruttarne le potenzialità in termini di democrazia. Ne consegue che l’aspetto innovativo delle tecnologie è rappresentato essenzialmente dal modo in cui si rivelano le associazioni tra gli attori piuttosto che dall’artefatto in se stesso, che comunque viene letto come parte fondamentale dell’associazione stessa (come attante non umano nell’accezione dei teorici dell’Actor Network Theory). Da ciò l’importanza di superare, anche in un’ottica di sviluppo sostenibile e di accettazione del rischio, forme di “gap” comunicativi all’interno dei gruppi proponenti al fine di favorire la creazione/definizione di un immaginario tecnologico che abbia anche una valenza politica e sociale, che apra all’inclusione di nuovi attori all’interno della coalizione agente di partenza e che spinga verso una maggiore accettabilità sociale (anche in termini economici e ambientali) delle tecnologie energetiche di riferimento ed della visione di cambiamento ad essi correlata. L’elaborazione teorica e l’osservazione sul campo rilevano aspetti di similarità, tutti i progetti rappresentano, infatti, dei laboratori sperimentali che vanno nella direzione di dimostrare se sia fattibile o meno la transizione da un sistema energetico basatosulla dipendenza da fonti di origine fossile ad un sistema fondato principalmente su fonti energetiche rinnovabili, capillarmente diffuse ed ambientalmente sostenibili, e tutti in tempi differenti hanno affrontato i medesimi problemi; ma mostrano anche profonde difformità che si esplicitano nella presenza di differenze culturali ed istituzionali, in differenti politiche pubbliche in campo energetico finalizzate alla stabilizzazione delle tecnologie sottese alla produzione di idrogeno ed al suo uso, a diverse modalità di attuazione e di implementazione dei processi e delle ottiche di cambiamento ad essi sottese, ma soprattutto nella profonda diversità nel cardine interpretativo (politicamente e socialmente rilevante) sotteso alla tecnologia in analisi. Rispetto alle osservazioni avanzate sui fattori socio culturali ed istituzionali del contesto ed all’analisi dei casi è ragionevole supporre che il problema, soprattutto per ciò che riguarda il caso nazionale, che fin dal suo incipit ha contemplato forme di partecipazione allargata, è rappresentato fondamentalmente dalla tendenza a leggere la tecnologia (per altro ancora solo evocata) come unico vettore di innovazione, senza tenere conto delle oggettive difficoltà (in termini di politiche pubbliche ed economiche) di tradurre la complessità delle tecnologie implicate nel progetto attraverso una visione condivisa all’interno della coalizione agente di riferimento da cui consegue una profonda difficoltà ad aprire il processo a forme di interessamento, prima, e di inclusione reale poi, con conseguenti resistenze sia a livello istituzionale che a livello degli stakeholders locali e della cittadinanza.